Vuoti di memoria
"Che delitto" pensa la nipote Véronique. Che delitto che una nonna ancora bella, alta ed elegante, con gli occhi azzurri e magnifici capelli, avventurosa e aristocratica, perda a uno a uno tutti i suoi ricordi, come le foglie di un albero in autunno. E' l'Alzheimer, il morbo che cancella lentamente la memoria. Una vita piena di viaggi, di amori, di corride, di balli: tutto inesorabilmente svanisce. Ma i nipoti non mollano: si fanno raccontare tutto della sua vita, dei suoi mariti, degli innamorati, di quando veniva chiamata "tenera rosa di Gibilterra", così che il filo della memoria non si spezzi del tutto, per sbloccare i meccanismi invisibili che le fanno commettere le più imprevedibili stranezze. Ricostruiscono in una videocassetta con foto e documenti del tempo lo spazio della sua esistenza perché lo ricomponga. Ascoltano in allegria le sue risposte surreali, la rendono parte della loro gioventù. Fino a scambiare le parti: "Una sera le ho rimboccato le coperte. Mi aspettavo che mi dicesse: "'Buonanotte, figlia mia'. Invece... Ho creduto di aver capito male, ma lei mi ha ripetuto: 'Buonanotte mamma'. Adesso ero sua madre! Le ho bisbigliato nell'orecchio 'Buonanotte bambina mia'".Così, la vita della famiglia cambia, ma grazie alla pazienza e alla presenza di spirito di tutti si arricchisce di un patrimonio inestimabile: la storia della nonna, la sua vita appassionata e avventurosa come un romanzo.
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