Le lingue italiane del teatro. Alvaro, D'Annunzio, Savinio, Testori

Le lingue italiane del teatro. Alvaro, D'Annunzio, Savinio, Testori

I mutamenti epocali che viviamo ci lasciano poche certezze, ma vorremmo che almeno una fosse la rinnovata capacità umana di esprimersi (umanamente appunto) e quindi il Linguaggio, che è alla base del progetto che ha visto impegnato, in questi ultimi tre anni, a Firenze - per iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Toscana, in collaborazione con l'Ente Teatrale Italiano - il Laboratorio Interregionale delle Lingue italiane del Teatro, ideato da Tullio De Mauro e da me per portare avanti una riflessione su quell'affascinante babele linguistica che è all'origine delle lingue del nostro teatro. II riconoscimento della centralità del Linguaggio e delle sue tante ramificazioni, che giustamente Tullio De Mauro non esita a definire "lingue" e non dialetti, nasce dalla volontà di contribuire a ricostruire, partendo proprio da Firenze, culla della nostra Lingua, le città e le civiltà attraverso la cultura, le sue vitalissime diversità e, per quanto ci riguarda, il Teatro. Cosa è rimasto nella civitas di Firenze di autentica, creativa, viva civiltà? (ma Firenze sta per Venezia, Napoli, Palermo, per tante città italiane, sta anche per Italia, forse per Europa). Mario Scaparro
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