Coventave vê pora?
Un pennello da cucina, abbandonato in un carrello di un supermercato e ritrovato da un uomo e da una donna, diventa uno strumento di indagine interiore: la coppia, scambiandolo per uno dei marchingegni fabbricati da Unabomber, si fa prendere da una crescente paura, tanto immotivata quanto incontrollabile, simbolo paradigmatico di tutte le paure che riempiono la nostra esistenza quotidiana. Ne emerge un quadro in cui, nei rapporti di un uomo con la sua donna, anche i luoghi comuni vengono accettati nel contesto di una quotidianità mai esaltata, né esecrata e dove il senso del tutto si dissolve in una ineluttabile dissipazione dell'esistenza. La vicenda del libro, scritto in friulano, ha un epilogo tra l'ironico e il surreale, che si svolge nel chiarore lunare di una notte settembrina.
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