Possiamo addomesticare l'altro?
Nella condizione globale in cui ormai ci troviamo i punti di orientamento teorico cui eravamo abituati vacillano, e non basta più appellarsi a quella pluralità di narrazioni che la condizione postmoderna ci aveva indicato. Qual è, per esempio, il rapporto tra dentro e fuori in cui possiamo vivere in modo riflessivo, una volta che è stata saltata questa contrapposizione? E, di conseguenza, come riusciamo ad abitare l'idea di "altro' e la quotidiana esperienza dell'alterità, una volta che la nostra casa non sembra più sicura né accogliente? Dobbiamo addomesticare l'altro. Ma in che misura, a che condizioni e a quale prezzo? Forse occorre partire dalla constatazione che l'altro non è mai davvero addomesticabile e da qui cercare di "abitare" la paradossale distanza che ci appartiene oggi, attraversando le retoriche e i relativi equivoci.
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