Qui è l'inferno e quivi il paradiso. Giardini, paradisi e paradossi nella letteratura inglese del Seicento
La nostalgia del paradiso, il desiderio di trovare nella terra, nella natura, consolazione alla mortalità è, da sempre, una delle più potenti aspirazioni dell'uomo. Attraverso l'analisi dell'opera di poeti, saggisti, architetti e teorici del Seicento, questo studio indaga l'atteggiamento della cultura inglese nei confronti del mondo naturale e percorre le contraddizioni, le ambiguità e i paradossi legati al giardino e alla sua rappresentazione. L'estetica del giardino, che parte dall'ordine, attraversa il caos e giunge di nuovo all'ordine, sembra seguire lo stesso percorso di nascita-morte-rinascita che si attua all'interno di un parco: nel tardo Rinascimento l'arte dei giardini, espressione concreta del desiderio di ricreare il mondo incontaminato delle origini, precipita negli inferi dell'artificio e della tecnologia per ritornare infine nel secolo successivo, sebbene solo in apparenza, alla spontaneità e purezza della natura primigenia.
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