Aprire Venere. Nudità, sogno, crudeltà
«Ripensare la nudità oltre gli abiti simbolici di cui si riveste il nudo nella rappresentazione? Ciò significa in primo luogo accostarsi a quella fenomenologia del "contatto mascherato" che Freud richiama giustamente come rovescio bifronte - tocco di Eros e tocco di Thanatos - di ogni idealizzazione, di ogni difesa psichica contro l'attacco, in noi, dei cosiddetti processi "primari". Occorre dunque trovare nella Venere stessa la traccia di questo "snodo dissimulato", inquietante, in cui il tocco di Thanatos si sposa a quello di Eros: passaggio impercettibile, e nondimeno straziante, in cui l'"essere toccati" (essere commossi dalla bellezza pudica di Venere, vale a dire essere attirati e quasi carezzati dalla sua immagine) diviene "essere colpiti" (ovvero essere feriti, "essere aperti" dal negativo che appartiene a quella stessa immagine). Qui nudità fa rima con desiderio, ma anche con crudeltà. Georges Bataille non è molto distante, probabilmente, ma Botticelli? Cercare un simile "lavoro del negativo" o simili "somiglianze crudeli" non vuol dire anche reinventare Venere?».
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