Carteggio (1914-1951)

Carteggio (1914-1951)

Rosai e Soffici si conoscono a Firenze nel dicembre 1913. Rosai ha diciotto anni e non è ancora Rosai. Dipinge visioni notturne, case incendiate che colano come cera, nudi insonni e perversi, un autoritratto da teppista col coltello fra i denti. Soffici ha trentaquattro anni ed è già Soffici. La sua vera formazione è avvenuta a Parigi, dove ha vissuto dal 1900 al 1907, comprendendo subito quello che bisogna comprendere. Per Rosai non è un incontro, ma una rivelazione, come scriverà anni dopo. Soffici diventa il suo maestro. Tra la fine del '13 e la fine del '14 si incontrano alle Giubbe Rosse. Ma Soffici abita al Poggio, non sempre può raggiungere Firenze e allora, quando alle tre di notte il caffè chiude, è Rosai che va a cercarlo, percorrendo i quindici chilometri che lo separano dal paese. La casa di Soffici, appartata, sembra la badia di un priore. Nella sua libreria il giovane "teppista" trova tutta l'Europa, da Picasso, Braque, Matisse agli artisti che sente più vicini, come Cézanne e Rousseau. Vivissima e feconda lungo tutti gli anni venti, l'amicizia fra Soffici e Rosai si interrompe bruscamente agli inizi del decennio successivo, quando Rosai, dopo la sfortunata mostra tenuta a Milano alla Galleria del Milione nel 1930, incolpa del fallimento il maestro di un tempo e pubblica un livoroso pamphlet. Il dissidio fra i due si ricomporrà lentamente nei decenni successivi, ma la loro amicizia non rinascerà più.
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