Il chiarismo
Agli inizi degli anni Trenta, a Milano, un piccolo nucleo di artisti si dedica a una pittura chiara, impostata soprattutto sulla luce. I più vecchi di loro hanno poco più di trent'anni, e si raccolgono intorno al critico Edoardo Persico. Nelle loro opere un nuovo rapporto fra arte e sentimento, fra arte e vita, subentra all'arte staccata dalla psicologia predicata dal Ritorno all'ordine; un senso inquieto della brevità del tempo sostituisce la ricerca di una dimensione di eternità. Nasce così una pittura che comunica un senso di fragilità, la cui leggerezza stessa è l'emblema della vulnerabilità di tutto ciò che esiste. Definita inizialmente "romanticismo impressionista", questa pittura verrà chiamata da Leonardo Borgese, e poi da Guido Piovene, chiarismo.
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