Rubens
L'inconsueta forma del "Rubens" - unica nella letteratura della storia dell'arte - indica con sufficiente chiarezza sia il tipo sia la finalità di questo lascito burckhardtiano. Dalla molteplicità delle impressioni, il ricordo trasceglie soltanto quanto ha maggior forza e lo ordina secondo propri angoli di visuale, realizzando un''opera d'arte scientifica'. Il ricordo trasfigura senza rinunciare alla chiarezza. Il ricordo conferisce una durata che consola e rallieta. Qui il rapporto tra Burckhardt e Rubens si attua nel modo più stretto: non più un incontrare, bensì un ricordare. Rubens è entrato a far parte del suo mondo interiore. Costituisce il contenuto d'una esistenza viva e completa, il prototipo dell'uomo creatore. [...] Una delle idee predilette di Burckhardt, profondamente radicata in lui, è che Rubens abbia unito l'arte del Nord con quella del Sud. Il primitivo entusiasmo per l'arte nordica, la successiva adorazione per l'Italia, infine la meditata ammirazione per l'arte olandese, tutto confluisce nella figura universale di Rubens. Burckhardt non si stanca di sottolineare il rapporto di continuità tra il fiammingo e i predecessori italiani, non soltanto in occasione del soggiorno in Italia durato dal 1600 al 1608 (le opere giovanili erano allora quasi ignote), ma per tutto l'arco della sua vita, fino al culmine della sua ascesa artistica, attraverso la più libera assimilazione dal passato e dal presente. (Dallo scritto di Emil Maurer)
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