Cahier 1917-1955
Gravemente ferito al fronte, trapanato al cranio, costretto a una lunga convalescenza, Braque rinuncia gradatamente all'esercizio della pittura e incomincia, nel 1917, a redigere queste massime fulminanti. Sino all'anno in cui dipingerà "Chaise", soggetto a lui caro e più volte ripreso negli anni successivi, consegna alle pagine del "Cahier" le riflessioni che gli sono state compagne nella solitudine del suo atelier su cui forse si è interrogato senza fine prima che si trasformassero in certezze. Nel "Cahier" ogni aforisma ha forza e significato soprattutto in virtù della magia del disegno. Le parole attraversano le forme, e le forme esaltano la risonanza delle parole. E cosa troviamo sfogliando le sue pagine? Bicchieri, vasi, foglie, pesci, uccelli, frammenti di un discorso plastico che si armonizzano in un mondo unico, così vicino che lo si crederebbe a portata di mano, eppure così remoto, quasi inaccessibile, come i mandolini, le bottiglie, i violini, le pipe, le carte da gioco nel periodo di estrema tensione che condivise con Pablo Picasso. Con un omaggio di Brassai.
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