Italia in svendita. La privatizzazione delle aziende statali: politica, impresa, etica
Di fronte alla crisi della politica e dei partiti, nel pieno di una crisi economica e monetaria senza precedenti e, soprattutto, con l'Europa che incalza, lo Stato imprenditore italiano decide di privatizzare. Per il Paese ha inizio una nuova fase, nella quale gli attori sociali cercano di ridefinirsi un ruolo e di superare gli ostacoli che hanno minato le basi della convivenza democratica. La classe politica si allontana dalla gestione delle imprese. Le grandi imprese tentano di riportare l'economia sul binario delle regole e della concorrenza leale. La parola d'ordine è "modernizzare il Paese". Ma invece in pochi anni l'Italia è fuori dai settori strategici. Quali le cause? Di chi le responsabilità? Dal bilancio delle privatizzazioni emerge un'analisi dettagliata degli ultimi quarantanni di storia repubblicana: dalla nazionalizzazione dell'energia elettrica alla crisi della politica e della grande impresa, fino all'avvento dei furbi finanzieri d'assalto. E quali devono essere le regole in un mercato globalizzato, più orientato al profitto che al rispetto dell'uomo e dell'ambiente? Dieci interviste a protagonisti dell'economia e della cultura italiana completano il testo, fornendo spunti critici diversi per la comprensione di questa pagina di storia italiana.
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