Febbre d'arte. Filantropia e volontariato nella gestione delle istituzioni culturali americane
Da poco più di un secolo gli americani hanno iniziato a costruire templi alle muse per suscitare nell'uomo contemporaneo piaceri estetici, promuovere la bellezza e celebrare la dignità umana. Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti, nonostante fossero diventati la più grande potenza economica e militare del mondo, non avevano ancora un sistema educativo e culturale molto sviluppato. Oggi, invece, vantano alcuni fra i più prestigiosi centri di cultura esistenti: i musei, i teatri, le biblioteche, le università e i laboratori di ricerca statunitensi sono ormai celebri in tutto il mondo. Questo volume racconta la storia di leggendari istituti americani come il Museum of Modern Art, il Getty Center, il Metropolitan, la Public Lybrary di New York, sorti grazie a finanziamenti privati e al lavoro volontario di tanta parte della popolazione americana. L'autore mostra come questi istituti siano non solo centri educativi, ma vere e proprie imprese, che richiedono capacità gestionali e autosufficienza fianziaria, e come, dal desiderio di attirare folle più numerose, sorga l'esigenza di una continua ricerca e esperienza nell'organizzazione delle biblioteche, nella cura dei musei e nella promozione dell'attività operistica. La risposta sta nella "rivoluzione silenziosa del settore del volontariato", infatti grazie al non profit gli americani hanno conquistato una posizione leader anche nel settore culturale.
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