Senso e metropoli. Per una semiotica posturbana (22 vol.)
La città tradizionale sfuma nella metropoli, perdendo molte delle felici caratteristiche che storicamente l'hanno contraddistinta ("l'onesto e schietto conversar cittadino"). La metropoli, a sua volta, si espande nel territorio, esplode in esso, risucchiando al contempo entro di sé larghi spazi di ciò che le sta intorno. Eppure, grandi buchi si presentano entro i confini degli agglomerati urbani, terreni vaghi cui si attribuiscono significati volta per volta diversi, ora dall'uomo politico, ora dall'urbanista, ora dagli abitanti del circondano, ora dai movimenti spontanei che cercano di risemantizzare la città, ora dagli artisti che, perplessi, provano a dire la loro. E l'emergere del posturbano, fenomeno tanto locale quanto planetario che sempre più pervade gesti e riti della nostra vita quotidiana. Che cosa sta succedendo? Un gruppo di semiologi ha cercato di offrire delle risposte, andando alla ricerca di quel senso perduto delle città che le metropoli oggi si piccano maldestramente di ritrovare. E lo fanno dialogando con sociologi, urbanisti, geografi, studiosi di letteratura e di cinema, designer.
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