Una storia diversa
Immaginate una storia delle letterature europee che non si accontenti delle comode caselle classificatorie messe a disposizione dai confini nazionali, ma che abbia invece il coraggio di trascinare i testi e le loro tradizioni nella cornice della modernizzazione conseguente al colonialismo. Immaginate poi che questa storia, una volta che le tradizioni nazionali sono state inseguite nel loro sparpagliarsi coloniale, ripercorra il cammino inverso sulle tracce postcolonali di popoli migranti che dai mondisud intaccano la granitica unità ideologica del mondonord destabilizzando proprio quella stabilizzazione dell'inumano operata dal colonialismo. Bene, se avete immaginato tutto questo, state pensando a un libro in cui lo studio della letteratura comparata non può rinunciare alla sua dimensione politica; un libro che vuole inseguire le poetiche delle letterature europee (ora riconoscibili come spurie, meticce e migranti) perché vuole intrecciarne le trame politiche postcoloniali (di resistenza creativa al "pensiero unico"). Bene, questo è il libro che avevate immaginato.
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