Il mito degli uguali. La lunga storia della democrazia
La democrazia non è mai stata così diffusa nel mondo. A partire dal 1945, la sua progressione è stata vistosa in ogni continente. Pochi sono oggi gli stati che non le prestano omaggio, assai di più quelli che ne temono le conseguenze. Eppure nel suo luogo d'origine - l'occidente - la democrazia appare fortemente in crisi. John Dunn traccia la metamorfosi della democrazia dalle sue origini fino alle democrazie liberali di oggi e osserva il paradosso alla base della democrazia rappresentativa contemporanea. Il fallimento della democrazia degli uguali di derivazione europea, che dopo l'illuminismo aveva a lungo dominato la politica continentale, ha lasciato il posto negli ultimi decenni alla democrazia degli egoisti. Il libero mercato ha prodotto ricchezza materiale senza precedenti ma i suoi esiti sono invariabilmente antiegualitari, a maggior ragione dopo la crisi della socialdemocrazia, che credeva di essere riuscita ad addomesticare il capitalismo. Entra qui in gioco la seconda tesi di Dunn, per cui ciò che chiamiamo democrazia non ha quasi niente in comune con la democrazia intesa come autogoverno da parte del popolo: non governiamo più noi stessi, piuttosto attraverso il voto selezioniamo un'élite di governo, che può rivelarsi incapace di metodi e ideali democratici. La democrazia ideologicamente dominante e invocata quasi ovunque sembra rinnegare quella visione d'uguaglianza umana che sta alla radice dell'ideale democratico.
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