Socialismo tricolore. Da Garibaldi a Bissolati, da Mussolini a Craxi
Il socialismo nazionale come partito venne realizzato all'inizio del secolo scorso da Bissolati e Bonomi con la fondazione del Partito Socialista Riformista. L'evoluzione del socialismo venne affiancata da quella sindacale della CGL, che ebbe in Rigola il suo principale alfiere. Negli stessi anni il socialismo nazionale realizzò una significativa esperienza nella città di Fiume. In queste vicende sia del PSRI che dei Legionari fiumani, si è inserito il ruolo del Mussolini-giovane, che dialogò in modo profondo con entrambi i movimenti. In una certa continuità con Fiume, l'autore evidenzia gli aspetti sociali del regime corporativo in Italia durante il Ventennio. Antonio Alosco ricostruisce in modo puntuale e autentico del tutto inedito - al di là delle memorie di alcuni protagonisti - la seduta del gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943; ricostruzione consentita all'autore dalla scoperta di un prezioso documento, che può assurgere a verbale della storica riunione, in mancanza del Verbale ufficiale con appunti relativi distrutti da alcuni gerarchi (Scorza-Buffarini Guidi) dopo l'arresto di Mussolini. In tale ambito, nell'elaborazione dell'ordine del giorno Grandi, si è evidenziato il ruolo non certo secondario del Ministro della Giustizia De Marsico, finora ignorato. Inoltre si sono ricostruite le successive, subdole manovre di Senise, capo della Polizia, per la riuscita del colpo di Stato, mai finora rilevate in modo autentico. In tale contesto temporale si è ripristinato il reale valore e la reale dimensione del fuoriuscitismo antifascista del fenomeno partigiano. Infine un tentativo di socialismo nazionale venne ripreso in tempi recenti da Craxi, tentativo però mal riuscito.
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