Saint-Saëns. Samson et Dalila
Il Samson et Dalila di Camille Saint-Saens debuttò al teatro Granducale di Weimar il 2 dicembre 1877. Ex bambino prodigio e organista de La Madelaine, Saint-Saens dovette però aspettare quindici anni per vedere la sua opera finalmente apprezzata e rappresentata anche nei teatri francesi. Scritta a cavallo della guerra franco-prussiana, Samson et Dalila ha come soggetto il ben noto episodio biblico ambientato nell'ambito dei conflitti tra ebrei, guidati dal prodigioso Sansone, e filistei, pagani e oppressori. Rivisitato per l'occasione da Ferdinand Lemaire, che si occupò della versificazione, il libretto evidenzia soprattutto l'odio etnico e religioso tra i due popoli. Dalila, sacerdotessa del dio Dagone, ammalia e seduce Sansone per farsi rivelare il segreto della sua forza e distruggerlo. Pur innamorato di lei, egli cerca di non cedere, ma davanti alla minaccia di abbandono e alle lacrime, le rivela che la sua invincibilità risiede nei capelli. I filistei possono così catturarlo e metterlo fuori uso. Ormai in catene, l'eroe viene condotto nel tempio di Dagone per assistere ai festeggiamenti dei vincitori che, pieni di tracotanza, sfidano il Dio degli ebrei a restituire all'eroe la forza perduta. Sansone prega allora di poter ritrovare solo per un attimo la sua potenza prodigiosa e viene esaudito. Appoggiandosi alle colonne portanti del tempio riesce così a farlo crollare, morendo sotto le macerie insieme a tutti i suoi nemici, compresa Dalila.
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