Il tempo e l'alfiere
La sua è una poesia che bada al concreto e mira al sodo, in una versificazione scarna e asciutta (tanto che si vedono al di sotto di essa sporgere le ossa della frase, le spigolosità della sintassi), spinta da un'urgenza che non è solo quella del "dire" come mera affermazione di una presenza; e quindi affronta interrogativi tanto alti sulla natura del tempo da rendere per lo meno dubbioso il poeta che azzardi a confrontarsi con essi - perché il rischio di fallire a certe altezze è grande - con una risolutezza e con un coraggio che si direbbe anzi a tratti temerario (dall'Introduzione di Vincenzo Bagnoli).
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