Allievo perenne. I miei anni con Luciano Anceschi (L')
Università di Bologna, anni Sessanta. Dalla cattedra di Estetica un professore venuto da Milano parla di Ungaretti, Pound, Bacone, Kant, Shaftesbury, Dewey, Fichte, della pittura informale e dello Zibaldone, inaugurando un periodo fecondo per l'ateneo bolognese. Si chiama Luciano Anceschi, è l'uomo che ha fondato "Il Verri", la rivista della neoavanguardia italiana e, maestro di poeti e intellettuali del calibro di Eco, Arbasino, Balestrini, Pontiggia, Barilli, tiene a battesimo il Gruppo 63. Uno straordinario pedagogo, portatore di un pensiero aperto, moderno, europeo, che si scontra con le chiusure di una cultura italiana ancora provinciale e sospettosa del nuovo.
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