Internet. La democrazia possibile. Come vincere la sfida del digital divide
Una nuova élite si sta facendo strada, quella degli internauti, le punte della società dell'informazione, il dieci per cento dell'umanità che comunica globalmente tramite e-mail, che è in grado di procurarsi le informazioni in un contesto ormai centrato sulla circolazione della conoscenza. Una nuova comunità si va formando, lasciando indietro i paesi in via di sviluppo ma anche ampie fasce di popolazione all'interno delle nazioni più industrializzate. I sistemi di aggregazione sociale, l'integrazione, l'inclusione oggi dipendono in gran parte, quindi, dalle necessità di coloro che, paradossalmente, hanno minori possibilità di fruire dei benefici della società digitale. Sarebbe sbagliato pensare che un sessantacinquenne si adegui a Internet senza difficoltà, così come pensare che il Botswana possa vedere aumentare la speranza di vita se si diffonde Internet tra la popolazione; ma sarebbe altrettanto sbagliato affermare che Internet non possa adeguarsi agli anziani, offrendo loro servizi essenziali, e che non possa contribuire ad elevare gli indici di qualità della vita e di sostenibilità dei paesi in via di sviluppo. Colmare il divario tra 'internauti' e 'clochard digitali' significa quindi, da un lato, moltiplicare i modi e gli ambiti di utilizzazione delle tecnologie dell'informazione, con evidenti benefici economici; dall'altro, soddisfare le necessità dei paesi in via di sviluppo trovando, allo stesso tempo, la soluzione di problemi e arretratezze antiche.
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