Donne in politica. Indagine sui bisogni e le attese delle amministratrici locali in Lombardia
Nel definire il primo nucleo dei diritti di cittadinanza, che costituiscono i principi fondanti del patto europeo, l'Unione europea ha inserito, insieme a quelli riguardanti lo studio, il lavoro, la salute e la residenza, il diritto a pari opportunità per uomini e donne. Questa significativa decisione pone l'accento sull'importanza della partecipazione femminile alla vita pubblica come elemento fondamentale dello sviluppo democratico e, allo stesso tempo, sulla necessità di rafforzare azioni positive e iniziative mirate che portino al superamento di una realtà che vede ancora le donne in una posizione non paritaria rispetto a quella maschile. La disparità riguarda sia l'accesso, la permanenza e il raggiungimento delle posizioni più elevate nel mondo del lavoro sia il pieno esercizio dei diritti civili, sociali e politici, seppure con significative differenze all'interno dei singoli Paesi. Questo dato di fatto trova riscontro nelle diverse istanze della rappresentanza politica: complessivamente, sia nel governi che nei Parlamenti europei, le donne costituiscono solo il 20% del totale, e di poco superiore è la percentuale a livello delle assemblee regionali. La situazione è ancor meno confortante in Italia, dove la presenza femminile è scesa in tutte le istituzioni sotto il 10%. Anche la Lombardia, che pure è la Regione con il maggior tasso di occupazione femminile del Paese, è allineata su questo alla media nazionale. (..dalla Introduzione)