Milano, la città di nessuno
18 aprile 2002, ore 17.47: un aereo da turismo si schianta contro il grattacielo Pirelli, portando nel cuore di Milano l'incubo di Ground Zero. Nello stesso momento il fantasma di Luciano Bianciardi torna nella città che, quarant'anni prima, aveva descritto nelle pagine della 'vita agra', che già contenevano l'immagine minacciosa del 'torracchione' distrutto dalle fiamme. Ai suoi occhi appare una Milano spettrale e sfuggente: capitale immateriale sedotta dalla moda e dalla finanza, infantilmente attratta dalla luce e dalla tecnologia, ma anche città del dolore e di infinite morti, dai tempi di Bava Beccaris fino a tangentopoli, da piazza Fontana all'incidente di Linate nel 2001. Le parole di Bianciardi si intrecciano con quelle di Bonvesin de la Riva, Scerbanenco, Pound, Easton Ellis e Testori, per comporre un'inattesa storia di fantasmi che, come un inedito esperimento di reportage visionario, mostra in controluce il destino di Milano, nel tentativo di riscoprire il vero volto e la memoria più autentica di una metropoli troppo spesso mortificata dalla sua stessa retorica.
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