Requiem per il campanaro

Requiem per il campanaro

"Un piccolo francescano magro, insaccato in una tonaca troppo ampia, la testina scheletrica piegata da un lato, un sorriso malinconico e la solita aria spaurita": questo è fra' Nafta, il campanaro della chiesa di Santa Chiara, il cui passato è misterioso. Herling ne ricostruisce le tracce attraverso tutta l'Europa: si tratta di un ebreo tedesco sopravvissuto alla violenza nazista della 'notte dei cristalli', da allora rinchiuso in una condizione di muta e ferita presenza nel mondo. "L'unica forma di comunicazione, per lui che non è mai cresciuto e si rifiuta di parlare - scrive Francesco Cataluccio nella postfazione -, è il rintocco delle campane che percuote, come per il deforme protagonista de il "Tamburo di latta" di Gunther Grass era quella scatola di latta dove batteva con forza le cadenze della sua, e della nostra, tragedia". In queste pagine, si addensano i grandi temi della narrativa di Herling, il male, la sofferenza e la grazia, con uno stile scabro ed essenziale, che non scioglie gli enigmi ma espone il mistero delle cose. Una storia avvincente, a metà tra rappresentazione sacra e racconto gotico.
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