Un prete da fucilare. Memorie di un parroco antifascista. 22 ottobre 1944-25 aprile 1945
In una memoria stesa nel dopoguerra, monsignor Antonio Fasani - nel 1944 parroco di Lughezzano, paese dei Lessini che si trovava al centro della zona battuta dai rastrellamenti antipartigiani - racconta del proprio arresto, della prigionia nella caserma della Guardia nazionale repubblicana di via Pindemonte a Verona, delle torture cui venne sottoposto. Accusato di essere "in relazione con diversi comandanti dei ribelli" - per i quali, infatti, era "un elemento prezioso, sicuro, sprezzante del pericolo, di cui ci si poteva fidare ciecamente" - e perciò considerato un "soggetto di idee antifasciste, sospetto e molto pericoloso" e "da tenere sotto sorveglianza", don Fasani era diventato il bersaglio dei fascisti repubblichini che da lui volevano i nomi e i "covi" dei resistenti.
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