Leggende euganee

Leggende euganee

Le "Leggende euganee", pubblicate per la prima volta nel 1941 con lo pseudonimo di Sellida Ilvaro, costituiscono l'opera più riuscita di Silvia Rodella, la cui genesi e "poetica" sono ben condensate nella Premessa: "Così gli Euganei mi presero tutta, il cipresso ha saputo dirmi tante cose e ogni angolo di questa terra mi ha narrato la sua storia, perché dell'essere amato si ama ogni cosa". Il vero protagonista dell'opera di Rodella è il paesaggio, che si estende nella fascia meridionale dei Colli tra Lozzo, Este, Arquà Petrarca. La ricchezza e la precisione dei particolari nelle descrizioni delle località in cui sono ambientate le leggende sono evidentemente il frutto di una esperienza diretta, "sul campo", di luoghi, sentieri, corsi d'acqua, speroni rocciosi, che solo una camminatrice poteva acquisire. "Leggende euganee" è quindi un'opera che merita di essere riscoperta e riletta, anche perché testimonia una sensibilità pionieristica per la conoscenza del patrimonio paesaggistico dei Colli Euganei.
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