Nella mia vita ci piove dentro
Michele ha trent'anni, suona la tromba sul terrazzo e non parla bene in italiano. "Se dice tutti i congiuntivi giusti e le parole in italiano preciso, gli sembra che sta recitando". Avrebbe voluto essere un musicista, invece serve whisky e birra in un locale vicino al porto di Napoli dove suonano il jazz. Quello che piace a lui, che sognava di suonare lui. Nel quartiere lo chiamano Michele Armstrong o Michele 'o pazzo perché da ragazzino è stato quattro anni in manicomio. La dottoressa che lo tiene in cura dice che ora sta bene, ma lui dopo dieci anni se la sente ancora addosso quella maledetta camicia di forza che gli soffoca i sentimenti e gli impedisce di suonare in pubblico. Passano gli anni e un giorno passa anche Marta, che entra nel bar e nella sua vita. Adesso sono in due sul terrazzo e la storia cambia musica. Finalmente Michele ha in mano tutte le note della sua vita. L'esistenza travagliata di un giovane napoletano raccontata in un italiano ibrido che va spogliandosi delle contaminazioni del dialetto man mano che la storia si sviluppa.
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