Tutta colpa di Alfredo
Un gioielliere bolognese, il signor Guermandi, ha cercato di frodare con dollari falsi la mafia uzbeka che gli fornisce i diamanti di contrabbando. Messo di fronte alla minaccia di rapimento della figlia, ingaggia Alfredo Magnani come bodyguard. Alfredo è un giovane ex carabiniere che lavora con quattro amici in un'agenzia investigativa diretta da suo zio Antonio. L'agenzia A-Zeta si occupa di indagini particolari, molto rispettose della privacy di quei clienti che preferiscono non rivolgersi alle forze di polizia. Il primo problema che Magnani deve affrontare, nella calura bolognese che crea qualche miraggio al capo della Squadra mobile, è la bellezza e la spigliatezza della signorina Guermandi. Tanto bella e spigliata da confondere il giovane ex carabiniere. Non abbastanza bella e spigliata da evitare di rimanere a sua volta confusa. Visti i collegamenti che la mafia uzbeka ha stretto con la mala del Brenta e per non cadere in una trappola, i due giovani si trasferiscono vicino Roma, a Civita Castellana, nella casa che il padre di Alfredo avrebbe voluto acquistare una volta andato in pensione. A Civita Castellana ci sono i ricordi cari dell'infanzia, legati al nonno e a uno strano prete, che ha finanziato la costruzione della sua parrocchia con l'attività di tombarolo. Al centro della valle c'è un monte isolato: il Soratte. Per Alfredo il Soratte è una presenza forte e protettiva, quasi totemica.
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