Luccatmì
Alla sua seconda prova narrativa, con uno stile distaccato e ironico Ilaria Borrelli ha voluto raccontare la storia tragicomica delle difficoltà che incontra un'adolescente, Simona, ad essere accettata come una persona adulta. La sua vita è minata da una totale mancanza di rispetto in famiglia e nel lavoro, e ben presto Simona si rende conto che l'unico modo che le permette di essere accettata e riconosciuta è utilizzare la cosa più apprezzata dagli altri: il proprio corpo. Più in generale, questa è la storia della disperazione di tutte le ragazze senza una famiglia solida alle spalle che finiscono per essere oggetto di sfruttamento, specie nel mondo dei 'media', subendo soprusi di ordine sessuale e psicologico. A Simona e alle sue amiche capita nel mondo del cinema, quando vengono alle prese con registi e produttori. La loro avventura è un comico viaggio nell'orrore, attraverso il quale si ritrovano a schivare mostri come la bulimia, l'anoressia, la chirurgia plastica e l'uso di stupefacenti, che non fanno che aumentare la loro fragilità interiore. "Luccatmì" (Guardami) è il loro desiderio di essere guardate, di essere accettate, se non come persone, per lo meno come oggetti.
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