Lontano
Nate sulle colonne del "Corriere della Sera" tra l'82 e l'83, in anni in cui uno scrittore poteva ritagliarsi su un grande quotidiano uno spazio di libertà narrativa, le prose che Parise pubblicava sotto il titolo di "Lontano" sono brevi racconti o piccoli reportages nei quali particolari momenti della vita passata dell'autore si riaccendono come lampi improvvisi. Ecco, ad esempio, l'incontro con una fragile Marylin Monroe, la quale, paragonata a una libellula, emanava un odore molto particolare, qualcosa tra lo zolfo e una capretta di latte. Ed ecco Fidel Castro, incontrato a Cuba, descritto come un fratone barocco, un misto di Fellini e Mussolini. Bastano questi due esempi per far capire che "Lontano" sarà una sorpresa anche per chi già conosce e apprezza i libri dello scrittore veneto. Nate all'indomani dei "Sillabari", nelle prose di questo libro vive un narratore in gran forma, capace di racchiudere nella misura breve tutta la sua esperienza di uomo e di artista. Si può dunque considerare un avvenimento editoriale la raccolta di questi scritti in un libro che, curato da Silvio Perrella, appare totalmente nuovo nella bibliografia del grande scrittore veneto.
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