Sempre in gamba!
È come il palcoscenico di un teatro di provincia il quartiere ateniese di "Sempre in gamba!", terzo romanzo di Pavlos Màtesis e il piú legato alla sua attività di autore e di traduttore per il teatro. Le allegre comari questa storia sono come castellane di una cittadella di cartapesta. Non sono ricche né istruite, la natura è stata avara con loro. Ma ognuna ha un uomo ai suoi piedi (poliziotto, camionista o tombarolo) , e tutte sanno vivere. Maschere di una Commmedia dell'Arte alla greca (che strizza l'occhio ad Aristofane), gli abitanti di questo libro bisticciano, amano, muoiono e risorgono abbattendo le barriere spazio-temporali dell'esistenza. Non chiedono molto ma si aspettano tutto, sapendo godere con riconoscenza anche solo di un bicchier d'acqua. Sono inermi, alla deriva, non muovono la Storia, non hanno fascino né avvenenza, ma sono capaci di amare e degni di essere amati. Con la loro vita esorcizzano la morte e il male. Intrattengono relazioni diplomatiche con il divino, ma senza mendicare o supplicare, con pari dignità. Maestri nella gioia di vivere, contagiano il lettore con la loro indiavolata energia e il loro limpido riso, e ne travolgono le difese. Sanno che la vita è unica e irripetibile. Si affacciano alla finestra e si raccomandano: sempre in gamba!.
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