Il loro profumo mi fa piangere
"Il profumo dei barbieri mi fa piangere", recita un verso di Pablo Neruda a cui si ispira il titolo di uno dei romanzi di maggior successo di Menis Kumandareas, scrittore greco tra i più apprezzati, autentico cantore epico dell'Atene di oggi. Uomini semplici persone colte, ricchi e poveri, giovani e anziani frequentano la bottega di Euripide, barbiere, confessore, evidente alter ego dell'autore. Vicenda senza tempo, se anche nell'Atene classica il kourèion, la bottega del barbiere, era il salotto popolare delle chiacchere tra uomini. Tra forbici e rasoi, scorrono i racconti, le storie delle esperienze umane. Come in altri romanzi di Kumandareas l'unica, trasparente protagonista è sempre lei, l'Atene di questi nostri giorni, città-specchio di ogni vizio e virtù della Grecia, ma la tempo stesso capitale contemporanea, che ci strega. In queste pagine ne scorgiamo il volto inedito, lontano dai cliché del turismo archeologico e del folclore. Dai nove racconti del barbiere Euripide affiora il ritratto di un'Atene ombrosa, imprevista e inquietante, palcoscenico metropolitano su cui si rappresenta la realtà, tragica e comica, sempre drammatica. Grazie a questo libro, anche l'Atene di oggi si impone come una "città letteraria", con una sua fisionomia inconfondibile e una sua poetica fatta di vie, di piazze, di caffè, di cantieri, di negozi, di leggende, ma soprattutto di gente che, giorno per giorno, vi consuma l'esistenza.
Momentaneamente non ordinabile