Madre di cane
Egregio signor Alfio, Sono la signora a cui fate visita da due anni, dietro alla chiesa di Santa Domenica, che risponde al nome di Assimina, vi scrivo per mano della mia figliola Rubina in quanto risulto analfabeta. Vi ringrazio per le vostre visite così regolari negli ultimi due anni, per la vostra gentilezza e i vostri viveri. Inoltre grazie che mi avete presentato il vostro sostituto, io sono una donna molto di casa, non avrei potuto trovarlo da sola. Sappiate che, dovunque sarete per tutta la vita, vi ringrazierò sempre, perché avete salvato i miei figli dalla morte per fame, ma anche a me avete fatto molto piacere. È un peccato confessarlo, ma dovete sapere che come uomo vi ho apprezzato anche più di mio marito e che in sostanza siete stato voi a rendermi donna con le premure che mi avete offerto. Io sono sposata, forse anche vedova, ma dovete sapere che vi ho avuto in simpatia e questo succede per la prima volta nella mia vita di provare tanto desiderio per un signore, non ve l'ho mai manifestato, ve lo rivelo adesso che non siete presente qui in casa mia. Non dò nessuna colpa al mio forse defunto marito, ma da voi, se eravamo in pace, non avrei mai preso del cibo. E le camicie e la biancheria che vi lavavo, per me era un grande piacere, e volentieri ve le laverei per tutta la vita. E quando le mettevo ammollo nella tinozza, nella mia testa mi immaginavo che voi eravate il mio legittimo marito, questo dovete saperlo. Addio e tanti auguri. Siete un nemico della mia nazione, ma anche voi avete una mamma che vi aspetta, questo lo so, nazione non so cosa vuol dire e neanche l'ho mai vista questa cosiddetta nazione. Statemi bene voi e la vostra famiglia e che la vostra signora vi accolga come meritate. Molto simpatica, nella fotografia che mi avevate mostrato. Siete stato un vero signore e molto caloroso. Questo mi consolava, d'inverno soprattutto, sentivo che era un peccato che io provavo piacere e i miei figli erano fuori al freddo, per fortuna che finivate in fretta e come si deve. Dovete sapere che questo lavoro l'ho cominciato la prima volta con voi, prima non l'avevo mai fatto. E dovete saperlo, con voi mi è piaciuto, questo forse non è amor di patria, forse è anche peccato, ma non ho paura, perché non c'è niente lassù che mi punisca, perché se esisteva com'è possibile che nel bisogno non mi ha aiutata? Solo per punire esiste questo lassù? Quindi non esiste. Spero che anche voi siete rimasto soddisfatto della nostra collaborazione, siete un uomo sentimentale, l'ho sentito dire, ce l'avete nel sangue tutti voi Italiani. Vi auguro salute e prosperità, parimenti auguro la vittoria alla vostra patria, ma anche alla mia. E per farvi capire come sono sinceri i miei sentimenti finisco gridando Viva la Grecia, Viva l'Italia. Rispettosamente la vostra Mèskaris Assimina (per mano della mia figliola) L'occupazione italiana della Grecia vista attraverso gli occhi di una ragazzina di 13 anni. Un affresco di vita che colpisce e incanta per la semplicità e per la profonda umanità dei rapporti tra l'esercito italiano di occupazione e la gente greca, improntati non all'odio ma alla comprensione e all'aiuto reciproci. Ricco di humour e di sorprese, Madre di cane è uno dei maggiori successi della narrativa greca degli ultimi decenni.
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