Le Commedie: Acarnesi-Cavalieri-Nuvole-Vespe-Pace-Uccelli-Tesmoforiazuse-Lisistrata-Rane-Ecclesiazuse-Pluto. Testo greco a fronte

Le Commedie: Acarnesi-Cavalieri-Nuvole-Vespe-Pace-Uccelli-Tesmoforiazuse-Lisistrata-Rane-Ecclesiazuse-Pluto. Testo greco a fronte

Lucido, irridente emblema di una collaudata 'poetica', Aristofane raccomanda nelle "Ecclesiazuse": "Ai giudici voglio dare un piccolo consiglio. Quelli intelligenti, mi diano il premio per le trovate intelligenti: se ne ricordino. A chi piace ridere, me lo dia per le risate. Pretendo, insomma, che mi votate in massa (o quasi!)". Si pone due scelte, conoscitiva l'una, pragmatica l'altra: partecipa della 'storia', alternandola con la 'cronaca' più mediocre, prefigura una 'commedia' precocemente 'umana'. Tutta la commedia si muove, del resto, su questo duplice piano, non consentendo previsioni né intime certezze. Concludeva, diffidando delle solite baldracche: si ricordano soltanto degli ultimi clienti. In più modesto agone ("Premio Viareggio" 1968), l'"Aristofane" qui ripubblicato fu insignito di un successo, inatteso quanto lusinghiero. Nelle molte ristampe, la 'traduzione' ha sopportato rifacimenti tormentosi, per sua ingrata natura sottoposta a due padroni: l'originale greco, sconciato da una millenaria tradizione, nonché la 'mutazione' incongrua dell'odierno fruitore: strutturalmente fuorviato dalle contingenze, ma soprattutto dal capovolgimento del processo 'comunicativo', già concepito per un destinatario 'presente', epperò colludente con l'Autore. La trasposizione, non più che 'verbale', deve acconciarsi alla soppressione dello 'spettacolo', della sua primaria 'identità'. Rinuncerà alla costitutiva dimensione 'spaziale' e 'visuale', nonché a metrica, musica, canto, coreografia, mimetica, cui sostituisce un monco tramite 'libresco', un tracciato descrittivo, destinato agli 'assenti': surrogato mutilo, desultorio, fuorviante. Chi 'traduce' un testo, per sua struttura multimediale ma concertante, si trasforma (se gli riesce) in una sorta di mezzano, sommariamente attrezzato, garante di un protocollo testuale non più che medievale, si obbliga ad una verifica logorante del residuo tessuto. Si affida ad una filologia impaziente, non di rado sibillina, che giustifichi un testo più diffidente che critico. Innumerevoli sono le modifiche introdotte in questa rimordente edizione, raccolte nelle oltre cento pagine di Appendice. Confida in quella 'intelligenza' sottile, che Aristofane sollecitava nei fatti, creando la più classica (e divertita) delle prospettive teatrali. Nuova edizione, integralmente riveduta, delle "Commedie" di Aristofane, tradotte da Benedetto Marzullo: presentate con testo greco a fronte, puntualmente rielaborato, seguito da una estesa ed articolata 'Appendice' critico-testuale.
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