Vietnam
Una strada e un treno, specchi fedeli di un Paese, il Vietnam. La Nazionale N1 e il Treno della Riunificazione, che da Hanoi a Ho Chi Minh City attraversano da nord a sud tutto il Vietnam, sono il suo film più vero e toccante. Percorrere la strada o salire sui vagoni sferraglianti vuol dire entrare in uno spettaccolo che non finisce mai. Un viaggio nel tempo e nella storia, ma anche nello spirito e nel cuore di questo popolo coraggioso, fiero, forte, orgoglioso, povero, dignitoso, attivo, intraprendente, ospitale e sorridente. Un viaggio alla scoperta di un Paese arcaico e moderno, comunista e allo stesso tempo capitalista, che si sta inventando un futuro senza dimenticare però il proprio passato. Compreso quello atroce e terribile di una guerra che sembrava non finire mai. Una grande voglia di normalità è quello che si respira appena si sbarca in Vietnam. Lo Stato-padrone si è in parte defilato ed è ormai quasi invisibile. Rimangono i trionfi di bandiere rosse con la stella gialla al centro, i ritratti di Ho Chi Minh, chiamato affettuosamente 'Zio Ho'. Si fanno esercizi di liberismo economico nelle progressive privatizzazioni di alcuni settori produttivi e prove di democrazia nelle elezioni che si tengono periodicamente e negli articoli dei giornali non più sottoposti a censura. La ricchezza non è più una colpa, il socialismo reale gradualmente passa la mano al socialismo di mercato. Il dollaro è la moneta più usata non solo nelle contrattazzioni e negli affari, ma anche nella vita quotidiana. Anche se il Paese è radicalmente trasformato, rimane in molti - Vietnamiti e non - quel sentimento che qui chiamano 'namstalgia'. Una sorta di 'sindrome del Vietnam', una malattia strana che ha contagiato chi ha vissuto in prima persona il conflitto, chi ne ha seguito le tragiche vicende attraverso i giornali e la tv e chi, quando era giovane, ha sfilato nelle vie delle città occidentali per sostenere la lotta di questo coraggioso popolo. Una malìa che ha anche ammaliato chi ha conosciuto questa gente e questa terra dopo la guerra perché qui ha scoperto un popolo autentico, che non è disposto a mettersi in vendita, a farsi sedurre completamente dal consumismo, a essere schiavizzato dalle leggi di mercato. Il Vietnam è un Paese molto difficile da raccontare e da racchiudere in schemi. E' un mondo che cambia velocemente, in rapida trasformazione, sempre in bilico fra passato, presente e futuro. [...] (Dalla Introduzione)
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