Breve brevissimo
Perché scrivere un romanzo di settecento pagine quando perfino Delitto e Castigo si potrebbe condensare in un tweet? Se lo chiede il protagonista in uno dei testi fulminei che compongono questa raccolta, e dietro di lui non è difficile veder sogghignare quello scansafatiche dell'autore. Ma siamo sicuri che Roberto Barbolini sia un pigro, oppure è il mondo a essere insopportabilmente prolisso? In questo caso Breve brevissimo, autentico campionario di nanotecniche narrative, può costituire una salutare dieta dimagrante: romanzi in seicento battute, apocalissi d'una sola riga, interi sistemi filosofici condensabili in un semplice motto: mens nana in corpore vano. Passando dal microracconto all'aforisma, dalla fiaba rivisitata alla parodia, sotto l'egida di numi tutelari che vanno da Stanlio & Ollio ad Achille Campanile, il lettore viene trascinato nel vortice d'una scrittura che ricorre a tutte le risorse del comico e dell'ironia. Entriamo in un mondo "di là dello specchio" dove può capitare che la ragazzina dai capelli rossi cara a Charlie Brown sposi un pompiere, Gioachino Rossini diventi un Masterchef e Dracula s'innamori d'una celebre cantante italiana. Ma dietro la confusione delle favole ecco balenare l'istinto cannibale della satira contro i nuovi idoli della tribù. Forse Breve brevissimo, questa pulce di carta, si è un po' montata la testa; fatto sta che si ritiene un libro politicamente scorrettissimo.