La velocità della luce
L'amicizia virile, le ambizioni sbagliate, la scrittura che salva la vita; ma anche la guerra con le sue miserie e il piacere indicibile che certi uomini ne traggono, il brivido della violenza che fa correre la mente più veloce della luce. Dopo "Soldati di Salamina", uno dei grandi casi letterari europei di questi anni, accolto in Spagna da un grande successo di pubblico, Javier Cercas torna sui suoi grandi temi. E lo fa, in questo nuovo attesissimo romanzo, spingendosi ancora più in là, calandosi negli inferi dove nascono e prolificano i peggiori sentimenti di quell'essere fragile e imperfetto che è l'uomo. Un giovane aspirante scrittore catalano, pieno di speranze ma con le idee un po' confuse, accetta un breve incarico universitario nella provincia americana; nel piccolo ateneo del Midwest dove insegna divide la stanza con un collega schivo e ombroso, un reduce del Vietnam che non ha ancora vinto la partita con i suoi fantasmi. Si chiama Rodney Falk. I due passano molto tempo insieme a discutere di letteratura e di vita, finché un giorno Rodney scompare senza un motivo apparente. Mosso da un'irrefrenabile curiosità il giovane catalano, nel quale i lettori riconosceranno un alter ego di Cercas, si mette sulle tracce dell'amico. E, guidato dal padre di Rodney e dalle lettere che il ragazzo mandò alla famiglia dal Vietnam, l'aspirante scrittore ripercorre il cammino dell'amico, un cammino nell'orrore di una guerra assurda. Ma l'orrore non è prerogativa dei campi di battaglia, e si presenta inaspettato anche quando per lui arriva il successo letterario, tanto atteso ma anche drammaticamente travolgente. Per questo, rimasto solo come Rodney, faccia a faccia con i propri demoni, il giovane protagonista sente che l'unico possibile riscatto è ritrovare l'amico - quel suo simile, fratello - per scoprire da quale colpa, da quale ricordo preciso stia fuggendo; ma anche per non lasciare che tutto sia stato inutile, che tanto dolore finisca ingoiato dall'oblio...