La città dei baci
Felix Dern è un attore di quarantasette anni, seduttore suo malgrado. Ha tutto ciò che si possa desiderare dalla vita: bellezza, fascino, successo, denaro e un'appagante vita sessuale. Ma anche un singolare destino: ogni donna che si porta a letto rimane incinta. Nessuna sfugge all'implacabile amatore: prima l'anonima impiegata, poi l'affascinante attivista politica, poi ancora l'ex compagna di scuola cicciottella, infine l'attrice con cui condivide il palcoscenico. Forse non è un caso il fatto che viva nella tanto celebrata Città dei baci, città che dopo anni di autocensura si è scrollata di dosso il grigiore puritano del passato per celebrare finalmente il disgelo dei sensi. L'amore è nell'aria, impossibile sottrarsi. E anche se gli anni passano, la storia non cambia, non cala il sipario sulla giostra del vivere quotidiano di Felix, che non riesce ad affrancarsi dalla maledizione toccatagli in sorte. Ma sarà poi davvero una maledizione? Essere tanto fertili diventa un marchio di qualità, come la voglia color ciliegia che ha sulla guancia. E così, attraverso le singolari vicende di questo moderno libertino, Jim Crace ci conduce in una riflessione sul tema della paternità: con un'ironia tutta personale ci presenta un uomo solo alle prese con una progenie generata da calcoli errati, scherzi del destino e passioni del momento, un esercito di cinque eredi che non accenna a fermarsi e che affolla, in maniera più o meno consapevole, i suoi giorni.