Incontro in Egitto
Claudia ha ormai gran parte della sua vita alle spalle, e lo sa. Non avrà altre occasioni per realizzare quella che, per una giornalista e storica come lei, è la più sfrenata delle ambizioni: una storia del mondo. Invece di puntare la lente su Cortés, Tito, Napoleone, i personaggi cui negli anni ha rivolto il suo sguardo rapsodico e che le hanno dato fama, scriverà una storia totale, l'equilibrio perfetto tra doverosa esposizione dei fatti e restituzione di emozioni e moventi privati. Un racconto che cominci dalla notte dei tempi, dalle ammoniti che hanno impresso la propria forma su pietre antichissime bagnate dal mare. Quelle che Claudia, bambina, raccoglieva insieme al fratello Gordon a Charmouth, nel 1920. Anzi, non insieme, perché loro non hanno passato un solo minuto senza litigare, anche se nessuno dei due avrebbe potuto fare a meno dell'altro. Al punto che tutto quello che ciascuno di loro ha fatto nella vita è stato come un messaggio silenzioso rivolto all'altro, alla ricerca di un'approvazione lasciata solo all'intuito. Prima e dopo la guerra che ha incendiato il mondo e ha cambiato per sempre l'esistenza di Claudia. Sì, perché la vita, anche quella messa in scena a beneficio di un solo spettatore, a volte ha l'irruenza dell'imprevisto che scambia i ruoli di protagonisti e comparse. E Claudia non potrebbe scrivere la sua storia del mondo (che nella sua mente somiglia sempre di più alla storia della sua vita) senza parlare di Lisa, la figlia con cui è sempre stata impietosa e di cui sa così poco, e di Jasper, che per lei è sempre stato soltanto il padre di Lisa, e soprattutto di Tom, quel breve e indimenticabile incontro nell'Egitto conteso da tedeschi e Alleati, il solo in cui abbia conosciuto l'amore.
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