Politics
Perché una ragazza bella e cool che vive male il sesso si cimenta in una versione hard-core di "Jules e Jim"? Nana è una studentessa di architettura con il vizio dello shopping e un affetto prioritario per il padre. Moshe è un giovane attore teatrale di origine ebraica e ha un corpo di cui non va affatto fiero. Entrambi vivono in una Londra traboccante di griffe e di loghi. Dopo un breve corteggiamento e i soliti malintesi, Nana si ritrova a letto con un Moshe ansioso di metterle manette foderate di peluche rosa e iniziare il gioco della sottomissione. A Nana però il sesso non interessa molto, le crea anzi qualche ansia. Eppure vuole bene al suo ragazzo, così non solo cerca di assecondarlo, ma addirittura rilancia coinvolgendo nella relazione Anjali, un'amica anglo-indiana di larghe vedute e appassionata di Bollywood. Ma perché una ragazza bella e cool che vive male il sesso si cimenta in un ménage à trois? Lo fa perché è gentile, perché vuole far felice il fidanzato. E Moshe, a sua volta, è troppo gentile per mostrarsi perplesso di fronte a una simile escalation erotica. All'apparenza spregiudicato, "Politics" è in realtà un romanzo sulla morale, sulla virtù che fa compiere a due giovani adulti scelte diverse da quelle che appagherebbero i loro desideri egoistici (salvo poi scoprire che c'è una moralità anche nell'egoismo). A far da controcanto ai protagonisti, alle loro conversazioni balbettanti che restituiscono nevrosi, desideri e fraintendimenti delle nuove generazioni, Adam Thirlwell ha scelto voci illustri del nostro passato. Per parlare di amore cita Stendhal, per il bon ton telefonico Stalin, per la durata delle prestazioni Queneau e Prévert, per l'imbarazzo di Moshe Gramsci. L'esito è una commedia umana post-modern che ha segnato l'esordio dirompente di un nuovo, giovanissimo autore.