L'Uomo Che Cammina

L'Uomo Che Cammina

Un occhio di vetro, un passato da hippy, un'insana passione per le noccioline e il whisky. Lo chiamano l'Uomo Che Cammina perché ha un'avversione fisica per i mezzi di trasporto. Folle e scontroso, marcia per giorni interi sul ciglio di strade deserte e lungo le rive dei loch. L'eccentrico viandante è anche uno Zio scomodo, una vera ossessione per quell'anima allo sbando di suo Nipote. Quando scompare nel nulla insieme a una somma cospicua rubata da un pub, tocca al ragazzo rincorrerlo, in un viaggio che fin dall'inizio assume i connotati di una grottesca odissea nelle HighIands. Per l'inseguitore l'impresa non si rivela facile: sulla strada incrocia scambisti attempati, snowboarder buddhisti, dj e cineasti da strapazzo. E pur invischiandosi in ogni situazione inattesa, il Nipote riesce sempre a cavarsela: sopravvive a un naufragio, bussa alla porta di una ex fidanzata che prima lo schernisce e poi lo travolge in un revival delle loro pratiche depravate, assume droghe nuove e portentose, attraversa campi di battaglia. A mano a mano che le ricerche inciampano negli imprevisti, l'inseguitore si trova a tu per tu con il proprio passato, con le paure e i desideri repressi. Se allora questo viaggio è molto più di una caccia al ladro, ci si domanda chi sia l'inseguitore e chi l'inseguito; chi sia l'Uomo Che Cammina, se un pazzo o un saggio che trascina il Nipote in un bizzarro viaggio alla ricerca di se stesso. Con una scrittura cruda ma che tocca anche momenti di lirismo inatteso, Alan Warner inventa un romanzo che attraversa tutti i miti antichi e moderni della sua Scozia, dagli eroi nazionali a Sean Connery, e punta il proprio sferzante sguardo su una società e su un tempo all'insegna della dissolutezza.
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