Musica per lo Zar
Poco più che adolescente, il violinista Oriente lascia la sua placida campagna padana per una avventurosa tournée nelle sterminate pianure dell'impero zarista. Davanti ai suoi occhi di ragazzo si materializza un mondo fantastico popolato - tra l'altro - da decrepite calamucche che bevono lacrime e masticano fiamme, da zebre che passeggiano fra cupole dorate e da scimmiette ammaestrate vestite come cicisbei. A San Pietroburgo conosce il leggendario Rasputin, sveglia con il suono del suo violino l'imperatore Nicola II, si imbatte in cosacchi e impagliatori di barbagianni, in orsanti e mercanti ebrei, fino a quando - durante il viaggio di ritorno verso l'Italia - si impossessa di un diamante dal valore inestimabile. E man mano che la storia procede, crescono le peripezie di questo piccolo uomo, inconsapevole protagonista della grande Storia, trasformatosi nel corso degli anni in un visionario clochard, un derelitto che vaga nelle anguste sassaie di un torrente, proteggendo, con quieto sadismo e maniacale ossessione, un segreto di quei tempi remoti. Solo dopo la sua morte l'enigma verrà svelato da colui che ha ereditato le sue memorie e i suoi misteri, un io narrante testimone degli incubi e dei tormenti di Oriente. Narrato su due distinti piani temporali - di cui il primo rispecchia l'avventura picaresca del viaggio nella storia, l'altro il fascino claustrofobico dell'emarginazione e della follia - 'Musica per lo zar' è imperniato sulla figura di un indimenticabile personaggio che attraversa, come in un sogno, un'epoca densa di fascino e di eventi, segnata da orrori e magie, da crudeltà e tenerezze, da grandezza e profonda miseria.
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