La dispensa del diavolo
Salatini esilaranti, piatti al curry dagli ingredienti proibiti, tuberi a dir poco invadenti, merluzzi salati che prendono il largo. Sono banchetti alquanto eccentrici quelli ai quali è invitato il lettore de "La dispensa del diavolo": carne, pesce, frutta e verdura subiscono infinite metamorfosi, i misteri dell'esistenza si intrecciano con quelli del cibo in conserva, la varietà del commestibile si mescola con quella delle emozioni. In ciascuno di questi sessantaquattro quadri il dettaglio gastronomico è in primo piano, e porta con sé implicazioni insospettate: nella preparazione di ciascun piatto si nasconde un piccolo rito, affettuoso o maligno. Un'intolleranza alimentare può diventare un'arma contro la famiglia o contro se stessi. I ristoranti attirano gli avventori soddisfacendo i loro più bizzarri appetiti, anche quelli per il pericolo, per il pettegolezzo, per un utopico benessere. La spesa quotidiana, come lo champagne dei brindisi, è condita di sogni e rimpianti. E se per qualcuno la terra semina trabocchetti nel rigoglio dei suoi frutti, per altri sa concentrare ignote virtù nutritive persino in una pietra.