Prima che sia notte. Autobiografia
Reinaldo Arenas, uno dei più grandi scrittori cubani delle ultime generazioni, morì suicida a New York nel 1990, prima che lo finisse l'AIDS. Scrittore e omossessuale: due colpe imperdonabili per il regime castrista che lo perseguitò, lo incarcerò, cercò di annientarlo colpendolo negli affetti, trasformando in delatori i suoi amici, obbligandolo all'umiliazione di una 'confessione' e a una 'riabilitazione' peggiore della prigionia. Arenas riuscì a sfuggire, ma la condizione di esule, la lontananza dall'isola desolata', patria amata e odiata con la stessa intensità , gli fecero scoprire gli orrori: l'ipocrisia della sinistra occidentale, viziata dal mito della rivoluzione cubana, la solitudine - "l'esule è come colui che cerca in ogni volto il volto amato" senza trovarlo mai - e una nuova tortura: l'AIDS. Documento eccezionale "Prima che sia notte", è l'autobiografia di uno scrittore nato nella provincia d'Oriente da una famiglia di contadini, al tempo di Batista. L'infanzia è la parte più letteraria, fatta di descrizioni magiche, di paesaggi rarefatti e figure da leggenda. Poi il registro cambia, la narrazione segue un ritmo sempre più incalzante, diventa documento, testimonianza a caldo. Vediamo con gli occhi di Arenas i primi giorni della Rivoluzione, gli entusiasmi di chi non sapeva o non voleva capire che essa non era affatto "verde come le palme". Vediamo le immagini del disinganno che contrastano con l'esaltazione dei corifei del regime. Seguiamo l'autore nella lotta per la sopravvivenza in un mondo che non tollera la diversità , attraverso carcere, interrogatori, persecuzioni, e infine la fuga. Sono le pagine più forti di questo libro colmo di strazio. Nonostante tutto, le ultime parole scritte da un uomo che sapeva di morire tra breve, sono un grido di libertà , una promessa di futuro per Cuba.