Dall'altra parte della frontiera. Poesie e ibridi
"La vita che io vedo / anela gli estremi confini, / il Deserto, la Selva, e nient'altro." Poeta basco di ormai forte valenza internazionale, in questo libro Bernardo Atxaga sceglie di vedere, piuttosto che sentire, e diventa narratore, un narratore-bambino che guarda ed esplora le cose con innocenza assoluta, senza pregiudizi e senza ansie profetiche: "un narratore nascosto dietro il sipario", come spiega Giuliano Soria nell'Introduzione, "che crea un filtro, una distanza che fa sì che il poeta non s'intrometta, soggettivamente, nel modo in cui si accostano le immagini o si intrecciano i ragionamenti. Quello che fa è presentare ai lettori un'immagine, come se fosse un cronista... Ogni lettore, poi, darà alle varie immagini l'interpretazione, la sfumatura che preferisce". Composti originariamente in euskera - la lingua dei Paesi Baschi spagnoli - e in gran parte tradotti in castigliano dall'autore stesso, i testi di Bernardo Atxaga hanno dato origine a canzoni popolari e sono stati usati come base per molti programmi radiofonici, spettacoli teatrali e cortometraggi. E uno scrittore come Luis Sepúlveda ha voluto inserire nella "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" una poesia di questa raccolta, comprendente anche testi narrativi che rimandano a un'esperienza altrettanto decisiva nell'opera di Atxaga: quella di romanziere.