Noi che non siamo come le altre

Quattro donne giovani, intriganti, impegnative. Rosse o brune, snelle o tonde. Complicate. Contraddittorie, provocatorie, innamorate, ferite, curiose. Un po' contro e un po' no. Forse virago, ma non sempre, non del tutto. Ognuna unica e a suo modo sola, ognuna convinta di essere diversa dalle altre, diversa da tutte. Raquel la modella, incapace di dimenticare un amore che l'ha offesa, che la intossica. Susi l'avvocata, che nuota chilometri in mare per scordare la morte del fratello, suo primo intenso e fragile sentimento. Maria la direttrice marketing, che fugge da Madrid per far rimarginare la ferita di un rapporto deludente. Elsa l'editorialista e scrittrice, che combatte contro il ricordo incombente di una violenza subita. E qua e là i maschi, non semplici figure secondarie: immagini speculari delle protagoniste, presenze meschine, uomini oggetto a denti stretti o, ancora, uomini profondamente incompresi. Persone inquiete, brillanti, indipendenti, assolutamente al passo coi tempi, e tuttavia con una gran voglia di precorrerli e lasciarli indietro. Con "Noi che non siamo come le altre" Lucía Etxebarría ci offre un altro capitolo corrosivo della sua lucida ricerca su come sono le donne, gli uomini e i giochi d'amore.