La donna da uccidere
"Si può amare un uomo se non si amano gli uomini? Gli uomini sono tutti miei figli, miei fratelli, miei padri, miei amanti, miei angeli, mie bestie. Giacché mi danno la vita, io do loro vita, gioia, sogno e trascendenza. Io, Lilit, promessa sposa del Demone, voglio farvi uscire dai vostri limiti con l'estasi erotica, animare le vostre carni prostrate dai bisogni e dalle contingenze". Donna originaria, libera, nata dalla terra, e non dalla costola di Adamo come la sottomessa Eva, Lilit sceglie per reincarnarsi una città allucinata e allucinante, Lonia detta anche Baby, megalopoli soggetta a un misterioso regime tirannico, entro cui si muove un'umanità prigioniera lungo le rive del Fiume-Serpente. Assumerà le sembianze di una cinquantenne paleontologa, direttrice del Museo di storia naturale, che, trasformata dalla chirurgia estetica, diventa una donna bellissima e fatale, decisa a godere del mondo e a interrogarlo in modi diversi da quelli della costrizione biologica. Notte dopo notte, affamata di uomini, perlustra la città per saziarsi del loro seme, in una ricerca spasmodica, sempre più estrema, fino al parossismo, fino alla divina follia orgiastica che reclama il loro sangue... Per le vie della città spazzata da un vento di morte, stretta da un'inspiegabile catena di omicidi e di suicidi, appare, silenzioso e stupendo, un angelo mendicante Samaele: da lui Lilit, simbolo della donna da uccidere, impara a trasformare le sue pulsioni letali in istinto di vita, una vita proiettata verso una futura umanità più alta e consapevole, lontana da questo mondo in decomposizione, oltre la materia, verso la spiritualità assoluta. Con sapiente maestria Alina Reyes sublima qui il romanzo erotico, mescolando sesso duro, esplicito, e impalpabile suspense, atmosfere cupe e improvvisi graffi d'ironia, depravazione e purezza, critica sociale e disinibita ricerca del piacere.
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