Niente di nuovo sull'Orient Express
Il primo acquazzone autunnale ha improvvisamente svuotato il piccolo e dimesso campeggio di una cittadina lacustre della provincia inglese: anche l'ultimo villeggiante, protagonista e io narrante del romanzo, sembra pronto alla partenza. Deve smontare la tenda, preparare la moto e saldare i conti in sospeso; ha in progetto un lungo viaggio, un personale pellegrinaggio che, sui binari dell'Orient Express, lo deve portare fino in India. E invece, frenato dalla propria indolenza, comincia ad accettare, uno dopo l'altro, una serie di piccoli lavori di manutenzione che Mr Parker, sibillino e arcigno proprietario del campeggio, gli propone in cambio del soggiorno sul lago; così, mentre ridipinge cancelli, restaura pontili e vernicia barche, finisce per lasciarsi invischiare in una rete di rapporti ambigui, un estenuante universo provinciale abitato da figure opache e sfuggenti: il compagno di bevute, il campione di freccette, la bella e inafferrabile ragazza del paese vicino e il sorprendente Bryan Webb, perennemente in giro con una corona di cartone in testa. Il piccolo mondo locale, in cui anche il denaro pare non circolare e in cui dovrebbe regnare la semplicità, si rivela invece una sorta di misteriosa e labirintica prigione, da cui all'inerte protagonista è preclusa la fuga. Raccontando una vicenda che si snoda rapida ed essenziale, scandita da dialoghi secchi e da una prosa di esemplare limpidezza, Magnus Mills ci svela la realtà cupa di un'Inghilterra provinciale, un mondo sotterraneo fatto di inutili invidie e invisibili ma rigide gerarchie, una spirale di miserabili avidità, che la sua scrittura sa tratteggiare con i toni più riusciti di una straordinaria vena noir e umoristica.
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