La rivoluzione in bicicletta
Un vecchio esule paraguaiano, sotto il sole spietato del Chaco argentino, si aggira nella polvere di una fattoria fatiscente insieme alla moglie e a un nugolo di figli; vive fabbricando mattoni che nessuno vuole comprare e allevando animali, tra una lite con la consorte, una siesta e una fuga dall'amante che non riesce più a soddisfare. Eppure, nonostante la vecchiaia e la miseria, aspetta in ogni istante della giornata il segnale in codice, la chiamata alle armi per unirsi all'ennesima rivoluzione tirannicida. Il suo nome è Juan Bartolomé Gaite, per gli amici Bartolo, e nella vita non ha solo partecipato a tante sollevazioni militari, ma le ha addirittura capeggiate. Sempre in sella alla sua bicicletta. Sconfitto, perseguitato, torturato, ha sempre riorganizzato la resistenza dall'esilio o dalla prigione, lottando contro nemici molto più forti di lui pur di non rinunciare al suo sogno: una rivoluzione democratica che restituisca al suo popolo tormentato la dignità e un futuro possibile. "La rivoluzione in bicicletta" è il racconto di una giornata dell'ex combattente, in cui il lettore segue dal risveglio fino alla notte il filo delle azioni, dei pensieri e soprattutto dei ricordi del protagonista, narrati dalla sua stessa voce irrefrenabile: perché Bartolo, seppur infiammato dall'entusiasmo dell'utopia, rimane un esule alle prese con il fardello del rimpianto e della nostalgia. Per questo formidabile affresco della realtà latinoamericana, tratteggiato a pennellate rabbiose ma spesso anche con humour, Mempo Giardinelli si è ispirato a un personaggio realmente esistito, un amico del padre, per farne un novello don Chisciotte che, in sella a uno sgangherato Ronzinante a due ruote, si staglia come una figura di fuoco nella calura di un meriggio definitivo del Chaco.