Acid house

Dopo Trainspotting, dopo Ecstasy, un libro di racconti - ventuno in tutto, quattro dei quali usciti in traduzione italiana - che rivelano un Welsh fulmineo e straordinariamente incisivo, e insieme un narratore capace di sorprendere con la varietà e novità delle invenzioni. Accanto all'umanità trash cara all'autore di Trainspotting - che si muove tra il pub, lo stadio e una stazione di polizia, con le vene e il cuore stracciati, tormentata da una sessualità prepotente o repressa, che usa bambole gonfiabili, sfodera membri artificiali e si rivolge direttamente al lettore, spesso in prima persona- questa volta troveremo anche le atmosfere più tese e rarefatte della suspense. Welsh, si sa, ama rovesciare i ruoli. Ce ne dà una grottesca, spassosa conferma nel carnevale di "Dove i rifiuti incontrano il mare", in cui Victoria Principal, Kim Basinger, Madonna e qualche altra star, nel salotto di una villa di Santa Monica, sfogliano un'improbabile rivista dedicata alle glorie del jet-set proletario di Leith e sognano le attenzioni dell'operaio di una ditta di traslochi; oppure, con toni più sottili e ironici nell'avventura psichica di Coco Bryce, l'ultrà che, attraverso il coma da acido e il travaglio di una seconda nascita, si trasforma nel figlio di un rappresentante tipico della borghesia inglese anni novanta, coi suoi atteggiamenti garbati e politically corrent. Ma completamente nuovo è il ghignante finale a sorpresa dello "Sputafuoco", che trasfigura la storia di una dilettantesca vendetta a sfondo passionale tra piccoli delinquenti con la sterzata mozzafiato. O anche l'erotismo che nasce in una Amsterdam dai colori serali, dall'attrazione e dalla repulsione di un tossicodipendente per una donna matura con un passato misterioso.