Il dio vicino
Il tema religioso, quello del rapporto tra uomo e Dio, è il filo rosso che percorre l'intera, vastissima opera di Tagore, conferendo senso e unità a tutti gli altri temi e motivi trattati (la natura, l'amicizia e l'amore, l'istanza sociale e politica). Il risultato è duplice: da una parte, ogni aspetto della realtà viene immerso e innalzato nella dimensione metafisica; dall'altra, in virtù di tale compenetrazione, la divinità è resa immanente in ogni cosa e in ciascuno di noi, secondo la visione che Tagore assorbì dalla lettura delle Upanisad. Ed è proprio in questa immagine, quella di un "Dio vicino", presente e raggiungibile", che si condensa il nucleo dell'ispirazione tagoriana. Le riflessioni e le preghiere qui raccolte vogliono riassumere il lungo intinerario spirituale e conoscitivo del grande poeta indiano, la sua tensione verso quella Creatura universale al di là di ogni illusorio dualismo e di ogni ingannevole separazione tra le creature: momento di incontro tra finito e infinito, il Dio di Tagore - scrive Brunilde Neroni nella nota introduttiva - "appare come il Simbolo che raccoglie tutti gli altrie che rivela la realtà più profonda oltre le cose, le persone, gli avvenimenti. Il Sinore diviene così 'Immagine vitale che sostiene", il Rinnovatore che giunge senza essere atteso, il Padre che si svela in un cielo di libertà e che 'avanza avanza' pur se con passi silenziosi, nei giorni, nelle stagioni, nell'esistenza di ognuno".
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